L'intestino è diviso in due parti, il tenue e il crasso. Nella prima parte, la più lunga si completa la digestione, nella seconda, avviene il riassorbimento dell'acqua e dei sali minerali e la formazione delle feci. Pensate che circa il 40% delle feci è composto da cellule intestinali che hanno completato il loro ciclo di vita (cinque soli giorni di media). Sembra incredibile, ma è così: ciò perché il lavoro di questo organo è molto più complesso di quello che si potrebbe credere. E sappiate, in base alle conoscenze degli ultimi 20 anni, che l'intestino viene considerato il secondo cervello. Esistono delle interazioni e delle caratteristiche ancora poco o nulla conosciute di questo apparato digestivo, ma non solo.
Un semplice esempio: lo sapevate che la serotonina, neutrotrasmettitore che regola l'umore, viene secreta per oltre il 90% proprio nell'intestino? E lo sapevate che un'alimentazione errata, e l'infiammazione intestinale che questa può causare, può interferire con la formazione di questo importantissimo neurotrasmettitore? Un'alterazione della serotonina può ripercuotersi sul comportamento: fra queste alterazioni comportamentali, la più seria è l'imprevedibilità, atteggiamento che genera problemi molto gravi perché impedisce al proprietario di capire se il proprio animale si comporterà socievolmente o aggressivamente quando ne incontra un altro o un bambino o delle persone. Ma ce ne sono parecchi altri, quali l'impulsività, l'eccitabilità esagerata, l'abbaio continuo fino alla distruttività se lasciati soli, all'urinazione o defecazione inappropriata, all'esplorazione continua del proprio corpo o dell'ambiente o delle persone che incontra, ai disturbi del sonno e alla paura del temporale, che può arrivare ad uno stato di terrore che lo porta a distruggere serramenti o altre suppellettili.
Il povero intestino, strutturato per dover gestire degli alimenti naturali, si trova più o meno costantemente di fronte a molecole sconosciute, conservanti, coloranti, diserbanti, antibiotici, ormoni, antifungini, diossina, metalli pesanti, antiparassitari e chi più ne ha più ne metta. Risultato? Si ritrova con la propria flora batterica devastata e con i propri enzimi alterati, provocando vomito a digiuno o alimentare, gonfiori esagerati, eruttazioni, desiderio continuo d'erba, coliti spaventose, diarree o flatulenza, stipsi o continua variabilità della consistenza, volume, odore e colore delle feci. Insomma, un bel pasticcio, che i farmaci, ovviamente, non possono risolvere.
Il perché è elementare: per risolvere il problema è necessario rimuovere la causa, e l'unico modo veramente efficace è intervenire sull'alimentazione.
Non è facile, ma possiamo adottare una serie di accorgimenti che permetteranno a questo organo vitale di riprendere il suo equilibrio funzionale. La prima cosa è eliminare la carne derivante da allevamento intensivo.
Utilizziamo materie prime biologiche, sicuramente meno inquinate di quelle tradizionali. La riprova sta nel fatto che cani e gatti che mangiano cibi biologici sono molto meno soggetti ad intolleranze alimentari. Il pesce pescato in mare, ricorrendo a pesce azzurro (sardine, acciughe, aringhe) che presenta un pericolo di presenza di mercurio e arsenico molto limitato, rappresenta, assieme alla carne biologica, la fonte proteica che garantisce una migliore qualità di vita a cani e gatti, e lo si vede dal fatto che gli animali alimentati in tal modo arrivano alla vecchiaia in modo molto migliore rispetto all’utilizzo di qualsiasi altra fonte di proteine. Un’esperienza trentennale attenta e costante attesta la validità del modello proposto, anche se non mancano sporadiche e logiche eccezioni.
Un'altra semplice riprova sta proprio nella compattezza e nella scarsa quantità di feci che cani e gatti emettono alimentandosi con il pesce di mare. E proprio feci compatte e scarse sono il termometro ideale di conferma della validità del modello dietetico suggerito, permettendo a un organo vitale come l’intestino di eseguire il proprio compito come la natura ha previsto.
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