Riepilogo carrello
Il tuo carrello è vuoto
Prodotti nel carrello: 0
Totale prodotti: € 0,00
Avrete tutti notato che quando il vostro cane mangia un osso, troppo spesso presenta quasi da subito uno o più dei seguenti fastidiosi sintomi: prurito sul collo o sul fondo schiena, forfora, desiderio d’erba, flatulenza, diarrea, vomito a digiuno, lacrimazione, leccamento della zampa, scrollamento delle orecchie.
Gli anni di osservazioni cliniche e i risultati ottenuti con i recenti studi scientifici, pubblicati su riviste scientifiche di calibro internazionale, mi hanno portato a credere che buona parte delle intolleranze alimentari nei nostri pets siano legati alle carni e all’osso derivanti dall’allevamento intensivo. Se avete la fortuna di avere qualcuno che alleva animali da carne in modo “antico”, potrete notare che l’osso di questi animali non provoca alcuno di questi sintomi. Può provocare quelli meccanici classici, come la costipazione, l’occlusione intestinale o addirittura la sua perforazione, ma non gli altri sintomi descritti, tutti di natura "tossica".
L’osso, quindi, è un ottimo indicatore biologico e ci dice se la carne che mangiamo è sana o no. Fateci caso, è difficile sbagliarsi!
Congiuntivite, lacrimazione costante, cheratiti, gengivite, alito cattivo e stomatiti, placca e tartaro, otite, gastriti, vomito a digiuno notturno, flatulenza, diarrea o feci malformate, dermatite, forfora, cute maleodorante, perdita costante del pelo indipendentemente dall’avvicendamento delle stagioni, prurito furioso al collo e fondo schiena, leccamento della zampa e vari problemi comportamentali, tutti raggruppabili sotto un altro minimo comune denominatore, ovvero l’ansia.
La causa non è l’osso in quanto tale, ma ciò che troppo spesso veicola: i residui tossici dell’ossitetraciclina, un antibiotico ad ampio spettro che storicamente è stato utilizzato largamente e legalmente negli allevamenti intensivi, specie del pollo.
L’esito di tre nostre ricerche dimostrano in vitro che la presenza di residui di ossitetraciclina sull’osso e, in piccola parte, sul grasso di pollo, provoca la morte delle cellule e induce perfino danni al DNA e cambiamenti epigenetici.
Se ritieni che questo articolo possa essere d'aiuto, condividilo.Fondatore e responsabile Centro Ricerche SANYpet Medico veterinario ed esperto internazionale in patologie di origine alimentare