L’hot spot è un’infezione della pelle a rapidissima evoluzione, molto diffusa nei cani e relativamente rara nei gatti. La lesione insorge tipicamente in maniera improvvisa (poche ore), ed è secondaria ad un evento scatenante caratterizzato da un prurito nel cane molto intenso. Il cane si gratta, si morde e si strofina fino ad auto traumatizzarsi. La lesione che ne deriva appare estremamente arrossata e “bagnata”, ed ha una localizzazione quanto mai variabile, anche se è più frequente a livello di spalle, groppa o cosce.
Queste lesioni, spesso terribili, che si manifestano in poche ore a carico della cute del dorso o delle cosce, con il povero animale che cerca spasmodicamente di grattare con la zampa o mordersi con la bocca, arrivando a creare anche dei propri crateri sanguinolenti, vengono attribuite all’improvviso e tumultuoso sviluppo dei batteri presenti normalmente sulla cute. Peccato che i batteri siano, nella realtà, la conseguenza e non la causa del problema. Infatti, essi si sviluppano perché un’improvvisa infiammazione colpisce una delle zone descritte.
L’infiammazione dell’organo bersaglio rappresenta spesso l’unica manifestazione visibile di un fenomeno di intolleranza alimentare. Se l’organo bersaglio dell’intolleranza a uno o più alimenti è la cute, l’unica soluzione valida per trattare la dermatite conseguente e prevenire le ricadute passa attraverso un cambio di alimentazione. Infatti, anche una singola assunzione di un alimento che l’organismo riconosce come tossico, provocherà un processo infiammatorio della durata di alcuni giorni (mediamente quattro o cinque). Se l’alimento continuerà a far parte dell’alimentazione, il processo infiammatorio diverrà per forza di cose cronico.
Tutto il pet food basato su carni da allevamento intensivo, specie il pollo, che è il colpevole più frequente, ma anche umidi in lattina, bustine o vaschette, biscotti snack e chew per cani, molto spesso resi appetibili con carni derivanti da allevamento intensivo. L’ingestione di questi alimenti contaminati, come detto, provoca le reazioni prima citate in pochissime ore. Il pollo “contaminato” è talmente frequente da indurre un po’ tutti a pensare, erroneamente, che i poveri nostri animali siano diventati in massa allergici ad esso, mentre è facile verificare che tantissimi cani dichiarati allergici al pollo sono semplicemente “allergici” alla presenza di questo tossico.
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Fondatore e responsabile Centro Ricerche SANYpet Medico veterinario ed esperto internazionale in patologie di origine alimentare