Carrello 0

Riepilogo carrello

Il tuo carrello è vuoto

Prodotti nel carrello: 0
Totale prodotti: € 0,00

Prosegui al carrello

Artiglio del diavolo

Chi è

Anche il diavolo ama i cani e i gatti. Non ci credete? Celato dietro il suo temibile artiglio, che sporge dal terreno sulla nostra terra, si celano infatti delle radici, ben più mansuete e benevole nei confronti dell’uomo, ma anche dei quattro zampe. Stiamo parlando dell’Harpagophytum procumbens, comunemente chiamato Artiglio del diavolo, una pianta erbacea perenne, appartenente alla famiglia delle Pedaliacee. La parte attiva, sfruttata per le sue proprietà, si nasconde però a un primo sguardo, trattandosi delle radici secondarie.

Superpoteri dell’artiglio del diavolo

L’artiglio del diavolo interviene in difesa dell’organismo in molti casi, che la letteratura medica riconosce e racconta. Innanzitutto viene chiamato in causa contro l’artrite, le tendiniti, la perdita di appetito e le patologie dispeptiche. Ma l’artiglio del diavolo è celeberrimo anche per altre azioni: il rafforzamento delle funzioni fisiologiche del sistema muscoloscheletrico, le proprietà antinfiammatorie e l’effetto analgesico fondamentale nei casi di malattie articolari degenerative.

E per chi crede che il diavolo porti solo dolore e atrocità, sappiate che esistono evidenze cliniche che vedono coinvolto il suo artiglio nella riduzione degli stimoli dolorosi. Il suo estratto, infine, ha anche una funzione antiossidante.

Le imprese dell’artiglio del diavolo

Inevitabile che l’artiglio del diavolo abbia lasciato il suo graffio nella storia. Partendo dalle origini della sua storia, si narra che il suo nome sia stato scelto perché gli animali, che accidentalmente ne venivano a contatto, graffiandosi, iniziavano ad agitarsi e muoversi per il dolore in modo… indiavolato!

Fin dall’antichità le popolazioni africane tendevano la mano all’artiglio del diavolo per sfruttarne i poteri. Boscimani, Bantù e Ottentotti lo cercavano infatti per alleviare febbri, disturbi digestivi e dolori ossei.

Dai primi del Novecento, l’artiglio mise lo zampino anche in Europa, iniziando a farsi conoscere prima come aiuto nei casi di indigestione e in seguito per le proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche.